martedì 23 aprile 2013

UNO SPORT SU MISURA...ORA SOTTO PER FARLO DIVENTARE REALTA'


Ed eccolo qui il Piano di sostegno allo sport 2013/14 "Uno sport su misura", approvato ieri sera dal Consiglio Comunale con i voti favorevoli della maggioranza, senza voti contrari e con l'astensione di Frigerio e Keller (Pdl), Gargantini (Persona e Città) e Mandelli (Lega) - assenti Aimi (M5S) e Mossini (Pdl).

Riporto qui sotto la parte conclusiva:

"Dopo “C’è movimento sportivo in città” è ora “Uno sport su misura” il tema del piano di sostegno allo sport del Comune di Cernusco sul Naviglio che ci accompagnerà per i prossimi due anni.

Uno sport su misura di ogni persona, proposto in maniera organizzata, competente e attenta come parte essenziale della crescita fisica e umana di ciascuno: sarà la sfida progettuale dello sport a Cernusco.

Il tutto costruito sulle solide basi del cammino fatto fino a qui dal movimento sportivo in città (riprendo quanto detto proprio nel 2011):

Movimento - azione coordinata di più parti per fare unità: di giocatori in una squadra, di parti di un corpo nello svolgimento di un esercizio fisico. Movimento coordinato come vuole essere lo sport Cernuschese, le sue 47 Associazioni Sportive, la Consulta, l’Ufficio Sport del Comune.

Città - Luogo dove necessariamente tutto, anche lo sport, nasce e a cui anche lo sport rimanda, con responsabilità e attenzione, consapevole di esserne parte integrante ed elemento importante di crescita.
C’è movimento sportivo in città… sempre più per uno sport su misura di ciascuna persona".

Ora sotto per farlo diventare realtà!

mercoledì 17 aprile 2013

SUL PONTE TIBETANO CON VISTA SU CERNUSCO2032


C'è una foto (ovviamente by Ugo) a cui sono particolarmente affezionato quando penso a Cernusco2032: otto persone che in un bar di Cernusco discutono di innovazione, futuro, sogni. Era lo scorso Autunno, qualche mese prima avevo fatto girare in internet una "chiamata alle armi" degli innovatori della città ed eccoci lì immortalati mentre cerchiamo di capire da che parte andare. Io sono al centro della foto insieme a Ivan e alle nostre spalle si può ammirare bene un quadro: un ponte tibetano sospeso in un nebbioso e un po' angosciante vuoto.

Penso che la partenza di questa avventura di Cernusco232 sia stata un po' come iniziare a percorrerlo quel ponte tibetano.

In sei mesi l’idea di Cernusco2032 si è già concretizzata in un evento molto partecipato, lo scorso Novembre, in Nuova Filanda; in un logo e in un claim - la città dell'innovazione - in cui identificarsi; in un google group dove oltre 70 persone rimangono in contatto e si scambiano idee di innovazione; in un sito internet (www.cernusco2032.it) e un profilo twitter dove creare sempre più condivisione, anche verso la città e oltre; in un gruppo di persone che - anche senza conoscersi inizialmente – già per diverse sere sono uscite di casa per vedersi, confrontarsi, discutere. E sempre più per fare, anche attraverso un'associazione che sta nascendo (22 soci fondatori!), strumento di organizzazione e non di esclusione. Guardarsi indietro ogni tanto fa meglio prendere coscienza della strada fatta. Per scriverne ora un’altra, altre.

Del mio intervento di apertura dell'evento in Filanda, ricordo bene due passaggi alla base di questo progetto.

Cernusco2032 è un'idea che parla di futuro con i piedi ben piantati per terra; parte dalla convinzione che si costruisce il futuro già attraverso le azioni di oggi; ha ben in mente una domanda: cosa possiamo fare oggi in un tempo in cui le nuove tecnologie stanno cambiando velocemente e profondamente le città e gli stili di vita dei loro abitanti per pensare a cosa potrà significare vivere e lavorare a Cernusco tra 20 anni?

Cernusco2032 ha anche la convinzione che la tecnologia produce innovazione se permette poi alle persone di concentrarsi sulle cose che contano: un contesto umano favorevole grazie all'esistenza di una ricca trama sociale, un ambiente salvaguardato e piacevole dove vivere, una vitalità imprenditoriale e produttiva che genera idee e premia i talenti. Come spesso ci ripetiamo, il valore sta nelle connessioni. Delle persone.

Camminando in questi mesi insieme ad altre persone appassionate di innovazione, persone e città (la nostra città), la nebbia che avvolgeva il ponte tibetano sembra meno consistente e la sensazione di vuoto sotto i nostri piedi sembra lasciare sempre più il posto all'attesa di nuovi orizzonti da scoprire e da inventare. Sta a noi farlo.

martedì 16 aprile 2013

ATTIVITA' FISICA, ATTIVITA' SPORTIVA: UNA NECESSITA'



Con 1 ora di calcio con gli amici si possono bruciare 400Kcal pari a 1 piatto di pasta col ragù; il 40% degli adolescenti italiani non pratica attività sportiva; le arti marziali sono discipline sportive consigliate già per atleti/e dai 3 ai 6 anni; se giochi a volley potresti andare incontro al problema della "spalla del pallavolista"; l’esercizio fisico riduce il rischio cardiovascolare di tre volte ma la pratica sportiva troppo intensa come il correre una maratona incrementa il rischio cardiovascolare di sette volte.

Di questo e di molto altro parleremo Venerdì 19 Aprile alle ore 21.00 presso la Sala Don Gnocchi dell'Oratorio Sacer insieme al Dottor Donato Sirtori, medico dello sport sul nostro territorio e già collaboratore di Julio Velasco, in un incontro organizzato dall'ASO Cernusco in collaborazione con CGM e il Patrocinio del Comune di Cernusco.

Con la sua consueta attenzione a numeri e ricerche, il Dottor Sirtori ci accompagnerà nell'approfondimento e nell'apprendimento di tematiche legate alla pratica sportiva, sottolineando la necessità per ciascuno di noi di farla diventare parte integrante del nostro stile di vita ma senza buttarci "allo sbaraglio".

L'invito è ovviamente esteso a tutti e rivolto in particolare agli "organizzatori di sport" delle associzioni sportive, agli allenatori e ai genitori. Ma semplicemente anche a chi vuole essere sportivo consapevole, magari incominciando da domani.

L'incontro fa parte del Piano di Sostegno allo Sport 2013/14 del Comune di Cernusco "Uno sport su Misura" e contribuisce a costruire un'offerta sportiva in città a misura di ogni persona.

venerdì 5 aprile 2013

UNO SPORT SU MISURA


Ieri sera si è svolta l'Assemblea della Consulta dello Sport ed eccomi qui a presentare una volta ancora il Piano di Sostegno allo Sport 2013-14 "Uno sport su misura" per l'ultimo confronto con i protagonisti dello Sport Cernuschese prima della sua approvazione definitiva.

A questo link la traccia finale del piano - già passato da Direttivo della Consulta e Commissione Consiliare - che ora verrà tradotta nel documento da sottoporre alla discussione e alla validazione del Consiglio Comunale: lo sport protagonista nel contesto istituzionale più importante della nostra città per poi riversarsi attivamente nella città stessa come momento di crescita personale "su misura di persona".

#IsportCernusco #unosportsumisura

COME ERAVAMO

(Il mio contributo alla rubrica "Come eravamo" sul numero di Aprile di Voce Amica di Cernusco)

C'é uno scatolone blu, su in alto nel mio armadio, dove sono ammonticchiati i ricordi di un tempo, trent'anni fa, in cui fare foto non era la diffusa consuetudine da smartphone di oggi quanto invece il gesto riservato a pochi per immortalare un momento o un'esperienza eccezionali. Un tempo in cui le foto dei campeggi o delle squadre dell'oratorio feriale non le vedevi la sera su Facebook ma a Settembre, alla festa dell'oratorio, esposte sulle bacheche e "da prenotare in segreteria per poi ritirarle presso la libreria Il Faro tra qualche settimana".

L'oratorio feriale era la spensierata apertura di una lunga estate di vacanza, prologo - ma solo per i più intraprendenti - di due settimane di campeggio, tutti insieme dalla quarta elementare ai quasi-giovani, rigorosamente divisi nel turno delle ragazze e nel turno dei ragazzi.

L'oratorio feriale era il gioco e i colori giallo-rosso-verde-blu delle squadre; era la maglietta bianca con la scritta (blu per i maschi, rossa per le femmine) "Oratorio Proposta 2000" da lavare la sera per averla pulita per il giorno dopo; era il pomeriggio una volta la settimana in piscina in Sacer; era la pausa x il ghiacciolo verde da 200 lire e la gita - una gita - in pulman; era "sul campo a 11 giochiamo a Sparviero" e se eri della partita allora voleva dire che stavi diventando grande perché solo i Boss, non i baby, potevano giocare a Sparviero. Strada facendo - avrebbe detto un cantante a quei tempi - verso la promozione al ruolo di animatore e al privilegio di poter parlare al megafono.


Il campeggio dei ragazzi, invece, erano le due settimane più misteriose e più attese - nei mesi precedenti - e poi più ricordate e più raccontate - nei mesi seguenti - aspettando il campeggio dell'anno seguente. Prima la scelta del luogo, ogni anno diverso: un rito nelle mani dei più esperti, fatto di incontri, di sopraluoghi, di "scambi di campi", fino all'annuncio ufficiale. Poi l'attesa fatta di tradizioni orali tramandate da chi c'era: come il famigerato scherzo della pila, da fare (e possibilmente non ricevere) in piena notte, con la famosa domanda su dove fossero le chiavi del carro armato; o come le provviste di biscotti e succhi di frutta nascosti dalla mamma in fondo alla valigia, da mangiare con i compagni di tenda (di nascosto dal Don) la sera, prima di dormire. E a seguire l'esperienza che si fa leggenda, da ricordare nelle sere di settembre, sul sagrato fuori dalla Chiesa, aspettando gli ultimi ritardatari dalle vacanze con i genitori. Ogni campeggio diventava - per chi c'era stato - la medaglia da mostrare orgogliosi agli amici...e un po' anche per far colpo sulle ragazze: Alagna, Pianprato, Temù, Pinzolo, Champoluc, Val Masino,...nomi di battaglie che capitani coraggiosi avevano vissuto su sentieri di racconto in racconto sempre più impervi, intervallati da giorni al campo base per il prestigioso torneo di calcio che neanche la Coppa del Mondo e chiusi dalle serate con la chitarra che l'animatore più figo suonava intorno al falò senza nemmeno leggere le note sul canzoniere.


Stasera quei campeggi mi appaiono davvero affascinanti ed unici nell'essenzialità delle relazioni e delle esperienze che facevano vivere a noi ragazzi ancora acerbi di vita e di mondo. Ma forse sono davvero sommerso dai ricordi di queste foto che sto guardando del mio scatolone blu.