Durante il Consiglio Comunale di questa sera ho prestato solenne giuramento come Sindaco di Cernusco sul Naviglio. Qui sotto il mio discorso di saluto all'inizio di questo nuovo mandato amministrativo.
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Spettabile
Presidente, Signore e Signori Consiglieri, Assessori, Cittadine e Cittadini, è
con grande emozione ed onore che mi rivolgo a quest’aula in
occasione della prima Assemblea di questa consigliatura.
Permettetemi
innanzitutto di inviare un ringraziamento non rituale al mio predecessore
Eugenio Comincini e attraverso la sua figura a tutti gli amministratori e
consiglieri che hanno ricoperto negli scorsi cinque anni i ruoli e gli incarichi
che ora - per volontà del corpo elettorale - sono affidati a ciascuno di noi.
La presenza di alcuni di loro sui banchi di quest'aula sarà prezioso supporto
al nostro operare, così come l'entusiasmo di chi - e rappresentano ben oltre la
metà di questa assemblea - affronta questo impegno per la prima volta.
Un particolare saluto, infine, lo rivolgo a Daniele Cassamagnaghi,
già Sindaco di Cernusco sul Naviglio e ora nuovamente al servizio della nostra
città.
L’inizio
dei lavori del nuovo Consiglio Comunale è tradizionalmente un momento in cui
lasciare in disparte per una volta la discussione sulla concretezza dell’azione
e riflettere invece sull’idealità dei nostri compiti in
quest’aula.
E’
per me un grande onore e un’emozione forte assumere solennemente, con questo
giuramento, la carica di Sindaco di Cernusco sul Naviglio.
E’
un’emozione che ho voluto comprendere con coscienza in questi giorni anche
rileggendo alcuni scritti dedicati alla storia della nostra città. Attraverso i
nomi dei primi cittadini che hanno guidato Cernusco dall’Unità d’Italia ad oggi
ho rivisto le scelte che hanno compiuto insieme alle loro giunte e ai consigli
comunali per affrontare crisi economiche ed evoluzioni sociali, periodi di
ricostruzioni dopo una guerra, nuove esigenze dei cittadini e possibili
sviluppi messi a disposizione dalla tecnologia, nella concretezza di decisioni
su scuole, strade, case, àmbiti lavorativi, mezzi di trasporto, infrastrutture,
eventi di vita associativa e feste cittadine. Ho ripercorso quel
cammino che la nostra città ha compiuto dalla consigliatura di Pietro Tizzoni,
primo sindaco della Cernusco “italiana” del 1861, ai giorni nostri,
riconoscendo l’arte pratica dell’amministrare l’oggi con uno sguardo verso
il futuro che ci ha consegnato la Cernusco che conosciamo. E’ quello che da
questa sera viene chiesto a noi di fare.
Avverto
allora pienamente, come sono certo l’avverte ciascuno di Voi, la responsabilità
del compito che ci viene affidato e penso sia questo un sentimento
fondamentalmente legato al fatto che siamo innamorati della nostra
città e – per chi ci è cresciuto – anche profondamente appassionati delle
nostre radici. Per questo credo che “amministrare” non possa che far
rima con “amare”.
Certo,
risalendo all’etimologia della parola dovremmo sottolineare come “amministrare”
significhi “servire”, addentrandoci nel tema del servizio civico e della cosa
pubblica che sono due degli aspetti più affascinanti e alti della politica
quando è fatta con passione ed è lontana dalle rivendicazioni e dalle attese di
riconoscimenti personali. Ma nella costante testimonianza di attenzioni verso
ogni persona che con caparbietà continuiamo a ricercare in questa epoca veloce
in cui viviamo, penso che voler bene alla città da parte di chi la
governa sia oggi la sfida più grande: per stabilire legami, incrociare tratti
di strada e di vita, realizzare piazze di relazioni. Per sognare e rendere
concreto il futuro, senza lasciare indietro nessuno. Per continuare a
costruire una comunità.
Sono
sicuro che questo sentimento verso la nostra città sia forte in ciascuno di noi
e per questo mi auguro che questi prossimi cinque anni di confronto, tra
maggioranza e minoranza, ci vedano protagonisti anche di spunti condivisibili,
certo di posizioni contrapposte e di decisioni non necessariamente unanimi ma
comunque nel rispetto reciproco e per il bene della città. Faccio un passo in
più. Sono convinto del ruolo fondamentale che può giocare la minoranza
se declinato in modo positivo come proposta, stimolo e controllo: da parte mia
e dell’intera Amministrazione posso già garantire lealtà e collaborazione, nel
rispetto dei ruoli ricoperti da ciascuno. Così come sarà pieno
l’impegno a recuperare la passione verso la città dei nostri concittadini che
hanno deciso di non recarsi alle urne in occasione delle ultime elezioni
comunali: è un dato purtroppo significativo all’interno di un fenomeno
più ampio, che non riguarda solo Cernusco, e per quanto ci compete abbiamo il
dovere di essere antidoti, con il nostro esempio e le nostre azioni, per
ridimensionarne la portata.
Una
città cresce e si sviluppa partendo dalle sue radici, dicevamo, ma non
appartiertiene ai ricordi. Anzi, nel nostro essere amministratori protempore dovremmo
e dovremo lavorare con tutte le nostre energie per consegnare la città che
abbiamo preso in prestito dai nostri nipoti, migliore di come l’abbiamo
ricevuta. Giorgio La Pira nel 1954 davanti all’Assemblea della Croce Rossa
Internazionale a Ginevra, lo raccontava così: sono venuto per affermare
il diritto all'esistenza delle città umane, un diritto di cui siamo titolari,
noi della generazione presente, ma del quale sono titolari ancor di più gli
uomini delle generazioni future; un diritto il cui valore storico, sociale,
politico, culturale, religioso si fa più grande a misura che si chiarisce,
nella meditazione umana attuale, il significato misterioso e profondo delle
città. Ogni città è una rocca sulla montagna, è un
candelabro destinato a rischiarare il cammino della storia.
Raccogliamo
su di noi, dunque, la storia delle donne e degli uomini che hanno condotto
Cernusco fino a qui e affrontiamo con fiducia e energia questo compito:
tocca a noi! Stiamo per iniziare insieme uno dei più coinvolgenti
viaggi collettivi che la politica permette di realizzare quando è fatta insieme,
quando un “io” si trasforma in “noi”. “Me, we”, “Io, noi”, direbbero i
versi della poesia che il più grande atleta della storia sportiva mondiale, il
pugile Muhammad Alì, declamò ad Harvard nel 1975.
E
ai più giovani tra i consiglieri di questo nuovo mandato, di maggioranza e di
minoranza, avanguardie della generazione che verrà, rivolgo le stesse parole
che nel discorso di insediamento del 29 Giugno 2007 proprio il Sindaco Eugenio
Comincini rivolse a quei giovani che, su questi banchi e alla loro prima esperienza
amministrativa, lo avrebbero affiancato nel nuovo impegno alla guida della
città: gli occhi di molti saranno sopra di noi e lo saranno soprattutto
su chi è più giovane perchè le attese di cambiamento si concentrano proprio in
chi ha ancora molto futuro davanti. Non cadiamo nell’errore di diventare vecchi
anzi tempo, con stili e pratiche non nostre! Non perdiamo l’occasione
di saper innovare.
Faccio
allora mio l'augurio ricevuto da un’amico in questi giorni che mi invitava ad
essere “un Sindaco di prossimità”, proprio come le parole che mi ero appuntato anni
fa sulla controcopertina di un libro, di autore anonimo ma citate dall’ex
Sindaco di Boston, Thomas Menino: The true privilege of being Mayor is
that I have the opportunity to be everyone's neighbor - Il vero privilegio
di essere sindaco sta nella possibilità di essere il prossimo di tutti.
Il privilegio di essere
prossimo di tutti, di ciascuno. E’
l’augurio che mi faccio e faccio a voi all’inizio di questo tempo di
responsabilità e amore per la nostra città che iniziamo insieme questa sera.
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