Care 18enni, cari 18enni, questo
momento di consegna della Costituzione che Vi vede protagonisti conclude i
festeggiamenti per Festa della Repubblica, anche quest’anno aperti da un altro
appuntamento denso di significato, avvenuto mercoledì scorso: l’elezione del
Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, che ha visto i ragazzi delle
medie delle scuole cernuschesi iniziare un percorso di esercizio della
democrazia e della partecipazione; di conoscenza del funzionamento degli
organismi istituzionali di rappresentanza dei cittadini; di condivisione di
opinioni e di elaborazione di proposte concrete per la città da sottoporre
all’Amministrazione Comunale.
La Costituzione che Vi viene
consegnata oggi, lo sapete, compie 70 anni.
E’ entrata in vigore il 1 Gennaio 1948
ed è un testo che nasce dagli orrori della Seconda guerra mondiale, dettando
valori fondamentali del nostro vivere insieme, declinati in diritti inviolabili
e doveri inderogabili di ciascun individuo.
Il tema “Sfogliando la costituzione:
diversi ma tutti uguali” che gli studenti della III A della sezione Classico
dell’ITSOS “Marie Curie” hanno proposto in maniera efficace alla riflessione di
tutti noi, sottolinea proprio uno di questi valori, partendo fondamentalmente
da quell’articolo 3 che discende dai valori della rivoluzione francese
(liberté, égalité et fraternité) e dalla Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo.
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese » (Art. 3 della
Costituzione della Repubblica Italiana)".
Voglio aggiungere due riflessioni a quelle
che già avete ben esposto.
La prima riflessione riguarda la
sbagliata contrapposizione tra diritti civili e diritti sociali che la
discussione politica oggi prevalente ci consegna, anteponendo questi ultimi ai
primi, ma che invece l’articolo 3 della Costituzione riunisce in una
uguaglianza formale (tutti hanno medesimi diritti e doveri davanti alla legge)
e sostanziale (lo stato è chiamato a rimuovere barriere anche sociali che non
consentirebbero a ciascuno di affermare pienamente la propria personalità).
Questo nella certezza che i primi ad
aver bisogno dei diritti civili sono proprio le persone con meno mezzi
economici.
La seconda si riferisce al fatto che dopo
70 anni dalla stesura del testo, il valore fondamentale dell’uguaglianza
contenuto nella Costituzione rimane intatto, così come rimangono a mio avviso
insuperabili le parole con le quali l’articolo 3 lo esprime: anche oggi,
probabilmente, non potremmo riscriverlo se non in questo modo.
Eppure il perimetro dell’uguaglianza
sottintesa dai padri costituenti nel passaggio “senza distinzioni di” non
coincide (se non per difetto) con quello che la cronaca di oggi ci racconta.
Le varie specificazioni «senza
distinzioni di», infatti, furono inserite con l’obiettivo di non lasciare
spazio principalmente a storiche discriminazioni dell’epoca, come ad esempio la
disuguaglianza dei diritti tra uomini e donne, alla quale si riferisce la
sottolineatura di un’uguaglianza «senza distinzioni di sesso».
Oppure, l’uguaglianza «senza
distinzioni di razza» aveva lo scopo di preservare la Costituzione dalla
vergogna delle leggi razziali introdotte dal fascismo in Italia.
Se proseguiamo il percorso ideale
tracciato dal senso di questo articolo, oggi a mio avviso quel perimetro di
salvaguardia si sta ben allargando a ricomprendere disuguaglianze allora non
emerse con tanta forza nella nostra società, dalle differenze di orientamenti
sessuali, alla dignità di popolazioni migranti che chiedono di costruire in
Italia e in Europa – assumendosi diritti e doveri – il proprio futuro.
E’ fondamentale ricordarcelo quando
assumiamo un ruolo di responsabilità pubblica giurando di essere fedeli alla
costituzione italiana, così come ieri in parlamento ha voluto testimoniare la
senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti e
oggi pronta a respingere la tentazione dell’indifferenza opponendosi a leggi
speciali per le popolazioni nomadi.
Il valore espresso in forma aperta
dell’uguaglianza così come contenuto nella nostra Costituzione nell’articolo 3 ha
dato dunque la possibilità alla giurisprudenza della Corte Costituzionale di
aggiornare il perimetro dei diritti e dei doveri discendenti dai valori
fondamentali – incluso quello dell’uguaglianza - all’evoluzione sociale
dell’Italia.
Anche a Voi 18enni che ricevete la
Costituzione oggi è affidato il compito di rispettarla nei diritti fondamentali
e di aggiornarla leggendola alla luce dei segni dei tempi di cui ogni giorno
siete interpreti.
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