martedì 29 dicembre 2015

SUL BLOCCO DEL TRAFFICO E DINTORNI


Ieri, oggi e domani, a Milano e in 13 comuni dell’hinterland (incluso Cernusco sul Naviglio) è in vigore il blocco totale del traffico dalle ore 10:00 alle ore 16:00.

Il presupposto di questa ordinanza è rappresentato da una situazione di emergenza: 31 giorni consecutivi di livello di Pm10 fuorilegge (97 dall’inizio dell’anno rispetto al valore limite di non più di 35 previsto dalla normativa); il giorno di santo Stefano, nonostante il poco traffico in città, livelli di particolato tra i 57 e 60 microgrammi (il limite è 50); il meteo – assenza di precipitazioni piovose e di vento – che non aiuta la dispersione degli inquinanti: ancora Sabato 26 Dicembre ARPA Lombardia confermava almeno 3 giorni di condizioni meteo molto favorevoli all’accumulo di inquinanti. Per questo il Comune di Milano ha optato per un’ordinanza forte come lo sono 3 giorni di blocco del traffico a cui hanno aderito altri comuni dell'hinterland, tra cui Cernusco, e che avrebbe avuto maggior efficacia se in molti di più vi avessero aderito (Pioltello si è uinito da oggi)

Sulla necessità di misure strutturali e coordinate a livello sovracomunale siamo tutti d’accordo, ma giusto per assegnare correttamente le competenze, ricordiamoci che Città Metropolitana non ha delega in materia di emergenza ambientale (come invece aveva richiesto) e quindi non può imporre nulla ai comuni, mentre ce l’hanno il Governo e – con maggior riferimento a Milano – la Regione Lombardia, che sull’emergenza non si è mossa. Nell’incontro di ieri convocato finalmente dalla Regione sono stati proprio i Comuni a proporre un decalogo di interventi http://www.ilgiorno.it/milano/smog-decalogo-1.1605586

Non voglio farne una questione politica, è solamente la richiesta davvero ampiamente condivisa di un maggior coordinamento su una materia così complessa e certamente impossibile da risolvere localmente.

Nel frattempo, però, è vero che in situazioni di emergenza – aspettando vento e pioggia - il blocco totale è l’unico strumento che abbia una qualche efficacia, andando anche incontro alle indicazioni degli esperti ai cittadini di circoscrivere se possibile le esposizioni all’aria aperta proprio in tempi e luoghi di minor traffico e in aree verdi (per questo avevo indicato nel comunicato stampa di settimana scorsa di utilizzare proprio le ore del blocco del traffico per passeggiate e uscite in bici). 

Per essere completamente trasparente sul tema “blocco traffico” riprendo due dati riportati anche oggi sulla stampa. Uno: l’Agenzia per la mobilità del Comune di Milano (Amat) certifica che oggi il 50% delle polveri sottili a Milano sono prodotte dal traffico (dunque è lì che bisogna concentrare gli interventi), il 22% dai riscaldamenti. Due: uno studio della stessa Amat ha dimostrato che, nel passato, le giornate senza auto hanno prodotto una diminuzione dello smog “solo” nel 40% dei casi mentre non lo sono state nel 60% (ma sono state però utili diminuire l’immissione di polveri nell’aria e perché, senza traffico, lo smog contiene meno carbonio e dunque meno tossico).

Questo blocco ha provocato / sta provocando disagi ai cittadini? Certamente per tre giorni questa ordinanza sta richiedendo a ciascuno di noi di rivedere un poco la nostra agenda personale. Per quanto mi riguarda: appuntamenti di lavoro aggiornati; scooter in garage e spostamenti verso Milano con mezzi pubblici; mobilità a Cernusco esclusivamente a piedi; una visita medica di un familiare prenotata da tempo rinviata di una settimana; un po’ di sport al parco in orario di blocco del traffico. Ci sta: pensare che le cose cambino senza cambiare noi è davvero impossibile. 

Chiudo sui risvolti di politica locale. In tutti i miei interventi di questi giorni avevo evitato di portare la discussione su questo piano, proprio per concentrare la discussione rispetto all’emergenza e al blocco. Avevo evitato di elencare quanto fatto dall’amministrazione comunale di Cernusco in tema di politiche ambientali attive in questi otto anni. Ad esempio e certamente per difetto: il nuovo regolamento edilizio, che tra l’altro fissa le linee guida per la progettazione degli edifici in classe energetica almeno B; l’assegnazione del servizio energia degli impianti pubblici mediante bando con un consumo massimo – a parità di edifici al momento del bando – inferiore del 23%, anche grazie alla riqualificazione degli impianti termici pubblici; la riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblici; la dotazione di impianti solare termico e fotovoltaico (scuole, magazzino comunale,…); il forte sviluppo di piste ciclopedonali; infrastrutture e servizi per la ciclabilità come il Bici Park e il Bike Sharing casa-lavoro; il  mantenimento del livello di servizio di trasporto pubblico. Lo stesso sviluppo da Cernusco Verde a Cem presuppone l’obiettivo di crescita della raccolta differenziata ben oltre la soglia attuale e stabile del 65% e quindi una diminuzione dell’impatto ambientale dello smaltimento, insieme ad una completa sostituzione dei mezzi in servizio con altri nuovi e ecologicamente meno impattanti. E sulla viabilità verrà presentato e discusso nei primi mesi del 2016 il nuovo Piano Urbano del Traffico. 

Ma ripeto, non voleva essere questo momento di emergenza il tempo per uno scambio di accuse o rivendicazioni politiche. Per chi invece ha voluto ancora una volta intenderlo in questo modo - http://claudiogargantini.blogspot.it/2015/12/blocco-delle-auto-tra-mille-sospetti.htmlho trovato appropriato quanto ha scritto oggi Emanuele Trevi su “Il Corriere della Sera” nell’articolo “Un passo verso il meno (e il meglio) senza fare prediche sulla decrescita”:

Cambiare le abitudini, in auto e a casa, per un benessere che sia meno inquinante. L’idea giusta è forse rallentare. E non facciamone un caso politico.
Una cosa è certa: le immagini di Milano e dalla Val Padana ridotte come i più angoscianti scenari dei film di fantascienza destano in tutti paura e sconcerto. Ma credo che un’altra certezza vada accompagnata alla prima: quella, cioè, dell’inaudita stoltezza, morale anche prima che civile, di chi tenta di sollevare un caso politico da questa nuova sciagura. Chi va a votare dovrebbe riflettere su questi episodi di pochezza intellettuale, prima di scegliere. Perché questi polveroni demagogici hanno un solo merito involontario: quello di rivelare che turpe idea della politica nutre chi li solleva.
La verità è una sola, e incontestabile: qualunque governo, qualunque giunta municipale fosse stata in carica in questo dicembre 2015, il nuvolone di smog sarebbe stato lì, sulle teste e negli apparati respiratori dei milanesi. Possiamo immaginare che il sindaco in carica di Milano sia Giuseppe Verdi, o Topolino, o Einstein: il risultato non potrebbe cambiare.
Non voglio assolutamente affermare che la politica non possa migliorare le nostre condizioni di vita nell’unico mondo che abbiamo e che stiamo trasformando in una trappola mortale. Come è successo a Parigi, la politica può tentare di non pregiudicare il futuro, che appartiene di diritto a chi verrà dopo di noi. Sono processi lunghi e faticosi, pieni di incertezze e di spinosi dilemmi. Ma questo smog è il presente, e conviene chiedersi cosa significa per ognuno di noi, considerato nella sua libertà e nella sua responsabilità. E allora, prima di proiettare il nostro rancore e la nostra paura su un’idea dei doveri di chi comanda, bisognerebbe iniziare con il dirsi: l’aria irrespirabile è un’impronta digitale collettiva, la somma di lievi, quasi impercepibili responsabilità collettive che unite si trasformano in un gravissimo delitto. Siamo noi che portiamo i figli a scuola con la macchina, che consideriamo normale che a Natale ci sia più traffico, che magari andiamo (in macchina, ovviamente) a giocare a tennis, ma riteniamo inconcepibile fare un paio di chilometri a piedi. Siamo noi che alla prima tramontana trasformiamo la nostra casa in un forno e al primo giorno caldo vogliamo che case e negozi somiglino a un frigorifero. Siamo noi che sprechiamo, sporchiamo, facciamo i furbi. Siamo noi, in sintesi, che abbiamo un’idea bulimica e ipertrofica di ogni forma di benessere.
Perché dentro di noi abita una specie di bambino pazzoide che concepisce ogni limite come un’infelicità, e ogni minima privazione volontaria come un affronto al nostro diritto a esistere. Ma la cosa più brutta è che non riusciamo nemmeno a produrre dei modelli contrari credibili per tutti, capaci di creare un contagio positivo. Perché non c’è nessun fascino nel buon senso: non c’è, purtroppo, mai stato. Se uno dice, per esempio, che conviene mangiare meno carne, non produce nessun pensiero capace di andare di moda, di creare dibattiti e interviste. Nessuna celebrità in declino si converte a un’idea di buon senso. Per noi, è meglio un’umanità che si strafoga di insaccati e che produce al suo interno delle minoranze che odiano la carne, e odiano pure il pesce, e già che ci sono non si mettono più i maglioni di lana perché sono amiche delle pecore. E allo stesso modo, non c’è nessuna possibilità di creare una nuova dannata «tendenza» evitando di riscaldare troppo la casa. Una tacca o due del termostato: quale rivista, quale sito se ne occuperebbe? Quanto è bello, al contrario, predicare la «decrescita»! Questo sì che crea prestigio, cattedre universitarie, fama di sapienti.
Una delle cose più terribili del nostro tempo è la morsa che ci stringe tra l’indifferenza della maggioranza e la superiorità morale delle minoranze. La prima è fatta di egoismo e abitudine, la seconda è una specie di marketing dell’utopia, un’ossessione di purezza che finge di essere centrata sul mondo, ma bada solo a se stessa. Di tutte queste cose è fatto lo smog: stupidità che si materializza in polveri sottili e monossidi letali.

Chissà quante catastrofi ci costringeranno a riprendere in mano il filo d’Arianna dell’intelligenza, dell’empirismo. Quel discorso interiore forse opaco, ma pieno di dignità, che ci fa ammettere che è vero, ogni giorno sbagliamo, forse non possiamo fare altro, ma è pure vero che ogni giorno possiamo provarci, a spegnere una benedetta luce, a farci una passeggiata. Un grande e dimenticato scrittore del Novecento, Nicolas Bouvier, diceva che «un passo verso il meno è un passo verso il meglio». Un passo: né l’immobilità irresponsabile, né il salto mortale di cui nessuno ha la forza. Il meglio: che è una cosa diversa dal niente e dal tutto, questi eterni produttori di smog. I seguaci di questa intelligenza senza nome e senza lustrini non si sognano nemmeno di trasformare in uno «scontro politico» le conseguenze drammatiche di una vita che nessuno ci ha insegnato a vivere, e di cui nessuno possiede la formula esatta.

martedì 1 dicembre 2015

CERNUSCO E IL NUOVO REGOLAMENTO PER L'ESERCIZIO DEL COMMERCIO SULLE AREE PUBBLICHE


Ieri sera il Consiglio Comunale di Cernusco ha approvato con 12 voti favorevoli, 2 astenuti e nessun voto contrario il “Regolamento per l’esercizio del commercio sulle aree pubbliche”. 

Il commercio su aree pubbliche costituisce un segmento commerciale rilevante ed estremamente dinamico per l’economia del territorio comunale, con la presenza di due mercati comunali scoperti – quello del mercoledì addirittura con una storia di oltre 90 anni - una fiera cittadina e numerosi posteggi extramercato oltre ad installazioni per manifestazioni occasionali.

Il primo scopo di questo nuovo regolamento è quello di aggiornare il precedente, approvato dal Consiglio Comunale nel 2003 e poi modificato ed integrato nel 2005; regolamento, dunque, approntato dodici anni fa sulla base di normative nazionali del 1998 e regionali del 2000. Da quella data di adozione sono intervenute importanti modifiche legislative a livello comunitario, nazionale e regionale che, sebbene applicate dagli uffici comunali fin dalla loro entrata in vigore, non sono state formalmente recepite nello strumento di regolamentazione comunale: in particolare ricordo il D.Lgs. 59/2010 a recepimento della Direttiva Europea 123/2006 - anche conosciuta come Direttiva Bolkestein e che ha introdotto una serie di liberalizzazione e semplificazioni burocratiche – così come la Legge Regionale 6/2010 e le sue successive modifiche.

Il secondo obiettivo di questo nuovo regolamento riguarda l’introduzione o la specificazione di norme a garanzia dell’ordinato svolgimento delle operazioni di vendita nelle aree mercatali a tutela degli interessi e del lavoro degli operatori commerciali e della sicurezza di operatori stessi ed utenti.

Tra le novità introdotte da questo nuovo regolamento:

viene previsto che qualora il mercato ricada in giornata festiva, questo verrà comunque effettuato - con la sola esclusione dei giorni corrispondenti a Natale, S. Stefano, Capodanno, Ferragosto e festa patronale (16 agosto, S. Rocco) quando l’effettuazione dovrà essere anticipata al giorno precedente non festivo - e vengono semplificate le procedure per le richieste, da parte degli operatori, per l'effettuazione degli stessi;

vengono disciplinate le modalità di riparto dei corrispettivi dovuti per la fruizione delle piazzole attrezzate in caso di subingresso e precisato che anche gli operatori in spunta sono tenuti al pagamento della TARSU;

viene precisato che gli operatori in spunta una volta entrati nel mercato per il posizionamento devono obbligatoriamente mantenere il veicolo all’interno dello stallo assegnato a garanzia della sicurezza di operatori e utenti durante le operazioni di vendita;

le nuove planimetrie allegate al regolamento ridefiniscono le dimensioni di alcuni posteggi del mercato del mercoledì da operarsi per la soluzione di problemi di ingombro delle strutture segnalati già da tempo dagli operatori interessati: di fatto adeguano le dimensioni degli stalli – in aumento o in diminuzione – a seconda dello spazio occupato dai mezzi e dalle attrezzature degli operatori effettivamente presenti;

viene variata la previsione del numero di posteggi fuori mercato, con l’aggiunta di due nuove postazioni: una in piazza Matteotti (frittelle e dolciumi nel periodo natalizio) e una in via Padana Superiore / piazza Don Carlo della Torre.

In generale, però, la novità più importante riguarda certamente il mercato del sabato.

Viene infatti confermata la sua collocazione nel parcheggio al fianco della fermata di Cernusco centro come mercato di prossimità ma viene altresì approvato definitivamente il suo "compattamento" nella parte Ovest della stessa area (verso viale Assunta per intenderci), così come già definito provvisoriamente con delibera di Giunta Comunale dello scorso Marzo, con la conseguente ridefinizione del numero dei posteggi previsti che passano da 39 a 26. Un nuovo dimensionamento, questo, discusso e studiato con gli stessi operatori assegnatari di posteggio frequentanti con regolarità il mercato, in modo da consentire la creazione di un percorso all'acquisto omogeneo per il pubblico e la contemporanea predisposizione di uno spazio per il parcheggio a servizio del mercato stesso (nella parte Est dell'area, verso la scuola), con benefici già evidenti in questi mesi di sperimentazione.

Tanti piccoli e grandi evoluzioni, dunque, per rendere ancora più attraente - per operatori e pubblico - il commercio sulle aree pubbliche della nostra città.