venerdì 17 luglio 2020

ESSERE PROTEZIONE CIVILE


Qui sotto il mio contributo per Voce Amica di luglio che racconta lo straordinario lavoro della Protezione Civile di Cernusco sul Naviglio, in particolare durante i mesi di emergenza covid

L’emergenza covid si è abbattuta anche su Cernusco sul Naviglio con un impatto molto duro, risvegliando però in tutti noi un grande senso di appartenenza. Nei mesi in cui le stringenti misure di contenimento dei contagi e gli aggiornamenti diramati quotidianamente dalle autorità competenti dipingevano uno scenario di profonda drammaticità, la nostra comunità cittadina ha offerto una risposta di grande energia e generosità. Non è stata, questa, una reazione inaspettata: Cernusco sul Naviglio è da sempre una realtà attraversata da slanci di attenzione verso le persone grazie alla straordinaria attività dei numerosi volontari che, attraverso i differenti ambiti associativi presenti in città, regalano a piene mani tempo, passione e professionalità.
A tal riguardo, un ruolo fondamentale in questo tempo l’ha giocato senza dubbio la Protezione Civile Comunale: integrata nel Sistema Nazionale di Protezione Civile, questo gruppo rappresenta la parte operativa con la quale ogni Sindaco, in qualità di autorità comunale di protezione civile, assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite al verificarsi di un'emergenza nel territorio comunale. E’ stato così anche per noi.

Indirizzati poi dal Comandante della Polizia Locale, Silverio Pavesi, nel suo ruolo di Referente Operativo Comunale e con la regia del Coordinatore della nostra Protezione Civile, Flavio Villa, sono stati innumerevoli gli ambiti in cui i nostri volontari sono stati impegnati, così come determinati nella riunione quotidiana del Comitato Operativo Comunale creato per la gestione dell’emergenza: la consegna di medicinali alle persone in quarantena (nelle settimane più critiche di marzo con anche 100 consegne settimanali); l’affiancamento alla Polizia Locale nelle verifiche alle famiglie in isolamento per fornire loro tutto il supporto e la vicinanza necessari; il presidio del territorio, con particolare riferimento al controllo del lungo Naviglio nei lunghi weekend di chiusura, insieme agli Alpini, all’Associazione Carabinieri e naturalmente al fianco di Polizia Locale e forze dell’ordine; il servizio di distribuzione delle mascherine e dei presìdi di protezione alla popolazione e alle strutture di comunità della città; i percorsi per le vie della città con i megafoni a bordo degli automezzi per invitare i cittadini a non uscire di casa; il servizio d’ordine per gestire i flussi di accesso contingentati ai mercati del mercoledì e del sabato; il supporto alla consegna dei buoni spesa da parte del Comune alle famiglie in difficoltà; e quanti altri interventi li hanno visti protagonisti!
Sempre in prima linea con disponibilità e senza mai rifiutare un servizio, i volontari della Protezione Civile si sono fatti trovare pronti: giorno dopo giorno sono diventati uno dei punti di riferimento per i cittadini, che ne hanno apprezzato il grande senso civico in un momento in cui era fondamentale non far sentire solo nessuno. Una disponibilità, la loro, come quella dimostrata nel resto dell’anno, per fortuna senza le luci della ribalta dell’emergenza ma ugualmente utile ad esempio nella gestione dei flussi in ingresso alle scuole, nell’affrontare allagamenti post-temporali, nel mettere in sicurezza alberi pericolanti o nel presidio in piazza in occasione di eventi pubblici. Oltre 500 ore di esercitazione e circa 3360 ore regalate ogni anno alla città e alla sua serenità fanno della Protezione Civile di Cernusco sul Naviglio un contesto davvero prezioso dove spendersi per gli altri e a cui rivolgersi con gratitudine.

domenica 5 luglio 2020

BUON VIAGGIO, VESCOVO LUCA!


Reverendo Monsignore, Caro Vescovo Luca,

Le porto il saluto mio personale, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la Città di Cernusco sul Naviglio: la notizia della Sua ordinazione episcopale ci ha resi pieni di gioia e siamo davvero contenti che Lei sia presente oggi tra noi.

In questo mio saluto ci sono tutta l’amicizia e l’affetto che La unisce a questa città dove è nato e a tante persone che la abitano; il legame con la Sua famiglia, parte della nostra comunità; i luoghi e i contesti della città che conosce e in cui è cresciuto; i ricordi e le esperienze che ha vissuto qui, da amico, educatore, seminarista, quando anche con uno spettacolo della Festa dell’Oratorio ci domandavamo quale fosse, o meglio, chi fosse il nostro sogno. Ci sono frammenti di Lei che portiamo nei nostri ricordi degli anni in cui si dicono ‘i sì e i no che valgono una vita’ e che ci hanno aiutato ad essere donne e uomini oggi, ciascuno con i propri talenti e la propria vocazione, religiosa o civile. 
 

Accettare una responsabilità che ha a che fare con le persone è prima di tutto segno di grande generosità. Grazie perché ha voluto segnare questo Suo nuovo impegno pastorale lanciando esplicitamente due messaggi, di gioia e di servizio. Sappiamo quanto servano in un tempo come il nostro che troppo spesso appare spigoloso e chiuso ma che invece ha bisogno ed è alla ricerca di relazioni vere tra le persone. La Chiesa che racconta e che guida possa essere in questa nostra società accanto ad ogni donna e ad ogni uomo, andando loro incontro là dove è vita, nelle loro case e sui luoghi del loro lavoro.
 
 
Le consegno un regalo, a nome di tutta la città. È la litografia del Santuario di Santa Maria nel disegno di Felicino Frigerio, di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita. Come sa, il Santuario di Santa Maria è il più antico edificio presente in città di cui ci sia traccia scritta ed è stata chiesa pievana fino a quando San Carlo Borromeo dispose la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, in centro città, preludio dell’attuale chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta dalla quale gemmarono quella di San Giuseppe Lavoratore e quella della Madonna del Divin Pianto, nel cuore dei nuovi quartieri e tra le nuove case che crescevano via via nella nostra città. È la storia di una fede millenaria che attraversando le generazioni giunge fino a noi, fino a Lei, e nelle storie delle persone già riparte verso nuovi orizzonti.
 
Buon viaggio, Vescovo Luca!
 

mercoledì 10 giugno 2020

CON GRANDE FIDUCIA E AMICIZIA


Carissima, carissimo,

benvenuta, benvenuto in Villa Greppi, la casa di tutti i cernuschesi!

Ti saluto insieme agli Assessori che sono oggi qui con me e a nome di tutta la città, idealmente qui a fianco a me.

Uno dei momenti che aspettavo con trepidazione di vivere quando venni eletto Sindaco era proprio questo: la consegna della Costituzione, in occasione della Festa della Repubblica, alle ragazze e ai ragazzi di Cernusco sul Naviglio nell’anno in cui sarebbero diventati maggiorenni. Le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria hanno messo a rischio la consegna di quest’anno e anche se non ci è possibile viverla come di consuetudine nell’Aula Consigliare con gli spunti di riflessione degli studenti delle nostre scuole, abbiamo voluto comunque organizzarlo.

Un’emozione, quella di questo momento, sempre particolare, ma con te e i tuoi amici nati nel 2002 per me ancora più forte: con molti ci conosciamo da quando eravate piccoli e io un po’ più giovane e Vi guardo ora con grande affetto.

Tra poco ti consegnerò la Legge Fondamentale dello Stato Italiano, il riferimento unico della nostra convivenza, frutto del sacrificio di molti 18enni di oltre settanta anni fa con un testo scritto grazie al lavoro dei Padri Costituenti, molti dei quali giovani, poco più adulti di te.

I suoi articoli sono anche tante frasi d’auguri per questo tuo anno speciale, perché se provi a leggerli, uno alla volta, troverai altrettante dediche. Ne uso alcune anche io, per scriverti le mie.



Auguri perché l’Italia possa essere sempre per te una res publica, una cosa e una casa comune, di tutti, anche tua, e scusa se è una dedica da poco. Proprio tu, insieme a ciascuna altra persona, ai tuoi amici, puoi decidere che volto avrà e come sarà giudicata dagli altri. Lo puoi fare da maggiorenne attraverso il voto democratico ma anche attraverso il tuo impegno nello studio, nel lavoro, quando fai sport, quando giri per la città, quando decidi di donare il tuo tempo per gli altri, come molti di voi hanno fatto durante questa emergenza consegnando le spese alle persone in quarantena. Quando qualcuno parlerà dell’Italia, quando tu stesso ne darai giudizi, sappi che stanno e stai parlando anche di te, sentiti chiamato in causa.

Sei chiamato in causa, ed è la seconda dedica, perché hai la libertà di pensare, fare, comunicare, credere, viaggiare, scoprire, interrogarti. Di decidere da che parte stare. Sono tuoi diritti, difendili e pretendili per te e per chi non ha la forza di rivendicarli, ma soprattutto usali, con sapienza e giudizio. Come in queste settimane, che stai provando a guidare un’auto per prendere la patente, non farti travolgere dall’ebrezza di una libertà incosciente, ma rendila invece utile, rendi utile la tua vita, senza dimenticare che fai parte di una comunità di cui percepisci, come in una famiglia, che è bello sentirsi parte e in cui è un dovere aiutarsi.

La terza: credo, crediamo proprio in te. Non avere paura di essere te stesso, non hai nulla di meno di chi ti circonda, vali per quello che sei, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Voglio che la libertà di cui parlavamo prima e l’uguaglianza possano darti l’opportunità di realizzare i tuoi sogni, di fare nella tua vita quello che senti più tuo.

E infine l’ultima dedica, con l’articolo 11: l'Italia e ciascuno di noi che ne è parte ripudiamo la guerra e la violenza per risolvere incomprensioni tra gli altri stati ma anche tra di noi, non ci piacciono proprio le prevaricazioni e il bullismo, la violenza, l’odio, le fake news contro le persone, anzi vogliamo che le nazioni e le persone vivano in pace e con rispetto. Per questo siamo i primi a comportarci di conseguenza, per questo siamo noi a comprendere le ragioni degli altri.



Sono queste le mie dediche per te, sono quelle della nostra Costituzione e di quei 18enni che la resero possibile. Non metterla in un cassetto, leggila, prova a viverla. Esserne all'altezza è un programma di vita che ci mette idealmente al fianco di chi la scrisse; è il modo migliore per firmarla con le nostre azioni; per prenderci cura della nostra città e del mondo, e diventare madri e padri costituenti, oggi.

È quello che ti chiede il tuo sindaco, ma sono sicuro che è ciò che si augurano anche i tuoi genitori e tutti quelli che ti vogliono bene.

Con grande fiducia e amicizia,

Ermanno Zacchetti
Il Sindaco



sabato 18 gennaio 2020

DUE PIETRE D'INCIAMPO PER UNA MEMORIA CONDIVISA SU CUI COSTRUIRE IL FUTURO DELLA NOSTRA COMUNITA'


Rivolgo un saluto alle autorità civili e militari presenti; al Senatore Eugenio Comincini; ai Sindaci dei Comuni della Martesana; al Presidente di ANPI Milano Roberto Cenati e alla Presidente di ANPI Cernusco Giovanna Perego; ai rappresentanti del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze; ai familiari di Roberto Camerani e Virginio Oriani; ad ogni cittadina e cittadino.


Se è vero che la memoria condivisa è il terreno necessario e imprescindibile affinché gli alberi di una comunità dispieghino i loro rami verso il futuro, oggi siamo qui per prenderci cura di quel terreno. Ararlo, nutrirlo, seminarlo.

C’è stato un tempo, infatti, in cui anche queste nostre strade e queste nostre piazze, quelle che percorriamo ogni giorno per andare al lavoro o a scuola, sono state testimoni di gesti di odio, organizzati e pianificati, contro le persone e contro la loro libertà. Il 18 dicembre 1943, nel buio di una nebbiosa sera d’inverno, un drappello della Feldpolizei guidato da un giovane sergente tedesco prelevava dalle loro abitazioni 6 giovani cernuschesi, accusati di sostenere attivamente la resistenza partigiana.

E’ stato un tempo, quello, in cui anche a Cernusco sul Naviglio avere un’opinione personale o semplicemente essere sé stessi, non solo non era permesso, ma poteva costare la vita. Il più giovane di quei sei ragazzi sottratti alle loro famiglie, Virginio Oriani, aveva sedici anni quella sera ed è stato poi assassinato nel campo di eliminazione di Ebensee; il più anziano, Pierino Colombo, aveva ventitre anni e morì nel campo di Gusen 1°, immediatamente dopo la liberazione nel 1945. Con loro altri quattro amici che fecero ritorno a Cernusco sul Naviglio per sempre segnati, soprattutto nell’anima, dall’esperienza dei lager: Roberto Camerani, Quinto Calloni, Angelo Ratti, Ennio Sala. Quel dramma per loro è stato nel tempo a volte silenzio, a volte racconto; a volte solitudine, a volte condivisione; spesso testimonianza; sempre dolore. Li ricorderemo e ricorderemo le loro storie mentre percorreremo la nostra vita quotidiana, inciampando con lo sguardo e con la memoria nei nomi di due di loro, scritti sulle pietre: grazie alle loro famiglie che le hanno volute e che ne hanno fatto radici condivise per la nostra comunità.


Perché se è vero – come dicevamo - che la memoria comune è quel terreno su cui crescere insieme, oggi è più che mai il tempo per coltivarlo e renderlo tanto fertile da accogliere radici forti ed essere sormontato da alberi resistenti; così resistenti da non piegarsi ai venti di razzismo e alle tempeste di odio che ancora percorrono la primavera delle nostre città.

In questo tempo che spesso volge a burrasca, sarebbe stato prezioso il lavoro di un bravo ‘seminatore di memoria’ come Giorgio Perego. Oggi lo avremmo visto certamente tra noi in questa piazza e con pazienza e passione avrebbe continuato ad arare ogni giorno quel terreno, soprattutto pensando ai giovani, attraverso le sue ricerche storiche e i suoi racconti. ‘Libertà, democrazia e giustizia sociale – ebbe a scrivere in uno dei suoi libri – vanno custodite e coltivate con forte coscienza civile, con quella coscienza antifascista che, nell’accezione di valido anticorpo contro ogni degenerazione della democrazia, contro ogni sopruso, è ancora attuale e chiama in causa la responsabilità educativa dell’intera comunità e in primo luogo quella delle istituzioni pubbliche’.

Un lavoro instancabile e appassionato, il Suo, anche in chiave di patrimonio storico consegnato per sempre alla nostra comunità e che si unisce a quello svolto da ANPI Cernusco con il prezioso progetto di ‘Memoria Rinnovabile’: questi e molti altri contributi provenienti da più parti hanno fissato il pensiero, le azioni, il coraggio e anche il sacrificio dei Cernuschesi durante la Resistenza. Per questo raccolgo lo spunto del Senatore Comincini sulla possibilità di un riconoscimento istituzionale per la nostra città e nelle prossime settimane costituirò un gruppo di lavoro che possa istruirne il percorso.


Un lavoro instancabile e appassionato è anche quello che continua a condurre la Senatrice a vita Lilliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Birkenau-Auschwitz e dallo scorso dicembre Cittadina Onoraria di Cernusco sul Naviglio per voto unanime del Consiglio Comunale: nelle scuole, tra i giovani, sui mezzi di comunicazione, in parlamento. Per impegni precedentemente presi non ha potuto essere con noi oggi, ma ha voluto scrivermi, scriverci una lettera, che a conclusione di questo mio intervento idealmente consegno nelle mani e al futuro di ogni bambina e di ogni bambino della nostra città:


Egregio signor Sindaco, cari cittadini di Cernusco sul Naviglio,

vorrei essere con voi, guardarvi in volto, negli occhi, conoscere ognuno di voi e ringraziarvi personalmente per la vostra iniziativa.

Ebbi modo, in varie occasioni di incontro con Camerani, di trovare una forte sintonia. Il passato, il dolore, lo struggimento e la fatica delle testimonianze, le emozioni erano condivisi con quell’intimità che solo tra sopravvissuti potevamo trovare. II ricordo della sua persona è per me legato ad una reciproca fraternità di intenti.

Ci univa l’impegno e quella speciale “necessità” di dover tramandare la Memoria, traghettarla nella contemporaneità perché in un mondo pieno di ingiustizie è l’unico vaccino contro l'indifferenza, contro l’odio, un antibiotico per la civiltà. La violenza, anche verbale non è mai sopita, la voglia di poteri forti, di crociate verso “gli altri” riemerge nella popolazione come un inquietante fenomeno già vissuto.

Viviamo in una società che ha permesso quella tragedia, ricordare è un compito civile e morale a cui tutti siamo chiamati, perché ciò che è accaduto non si ripeta, per il bene dell’umanità.

In democrazia è facile esternare opinioni, prendere posizioni ma non è facile fare delle scelte coraggiose sotto una dittatura. Quando si rischia la vita, la fucilazione, la tortura, la deportazione, le rappresaglie contro i tuoi cari. Quando l’adolescenza è appena alle tue spalle.

Furono molto eroici nella scelta politica antifascista, i due ragazzi Virginio 16enne e Roberto 18enne. Non erano tempi facili per fare delle scelte coraggiose, furono arrestati e deportati. Roberto sopravvisse agli stenti, Virginio non tornò. Io non mi stancherò mai di ripetere a tutti, soprattutto ai giovani che rappresentano il futuro, che la vita è fatta di scelte, ogni persona risponde a se stessa e al proprio senso del dovere.

Le pietre d’inciampo servono a risvegliare la coscienza individuale nella quotidianità, a costringere a riflettere su quel nome incrociato per caso, camminando. Quel nome era una persona, con una casa, una famiglia, affetti e amici, come tutti. Ma a quella persona furono strappati questi valori così normali, scontati, ovvi.

Un nome inciso, per ridare identità a chi in sfregio al rischio ha preso coraggiose posizioni che uomini più adulti non si sarebbero nemmeno sognati di assumere.

Una piccola pietra per meditare sulle conseguenze dell’indifferenza, del populismo, del pregiudizio e dell’ignoranza. Perché oggi ognuno si senta al sicuro nella propria casa e protetto nel proprio Paese.

Liliana Segre