lunedì 2 giugno 2008
SONO SALITO SUL GAVIA
Alla fine ce l'ho fatta: Edolo - Passo Gavia, 38km, da 688 a 2.658 mt. Ce l'ho fatta in un contesto bellissimo - nello stesso giorno si svolgeva la tappa del Giro - ma con un meteo infame che ci ha davvero ghiacciati lassù in cima.
Tutto come previsto: partenza da Edolo alle 8.45, andatura tranquilla fino a Ponte di Legno (20km) per un'altezza di 1.257 mt. Arriviamo in un'oretta. Nella piazza principale facciamo l'ultimo rifornimento di acqua e di cibo, il bello inizia ora.
Usciti da Ponte la strada si impenna un pochino (pendenza 6,3%), ma la carreggiata è ancora larga, le macchine ovviamente molto poche e la fatica affrontabile. Il numero di ciclisti che sfidano il Gavia aumenta di minuto in minuto, in un'ideale processione laica verso la cima che forse come poche altre è leggenda.
A Santa Apollonia il posto di blocco dei carabinieri blocca la salita al passo, escluse ovviamente le bici. Qui inizia il tratto duro, la strada è ormai un pertugio di pochi metri che tra tornanti e curve sale nel bosco: pendenza media 9,1%, ma sono i cartelli con 14% o con 16% a fare male. Il poco sole giù a valle è coperto da nuvoloni e comincia a scendere qualche goccia di pioggia, via via sempre più fitta. Salendo ben pochi ciclisti si lasciano ormai a battute scherzose: ognuno è solo con la sua bici e la sua fatica, aumenta il freddo e la strada è ancora lunga.
Ai 3 km dall'arrivo c'è la famosa galleria: se non la si prova è davvero difficile da spiegare. Sembra di essere in una di quelle attrazioni di Gardaland, buie buie, dove da un momento all'altro ti aspetti salti fuori un mostro. Dentro è davvero buio pesto, ma per il giro hanno messo all'ingresso un faro che illumina come in un film alle spalle, la strada anche in galleria è un'impennata impressionante e i rumori dei cambi delle biciclette sempre più leggeri per la salita sono l'unico suono anche un po' sinistro.
Fuori dalla galleria c'è davvero il cartello dei 3km, fai un tornante ed eccolo là il passo: 300 mt di dislivello (e tornanti) più su, 8,8% di pendenza! In questi 3km alcuni decidono che può bastare e scesi dalla bici, la spingono a piedi verso la cima. Per me è una questione di orgoglio, a volte mi fermo, ma devo arrivare. Penso che il ciclismo sia uno sport dove fino ad un certo punto arrivi con l'allenamento, ma da un certo punto in poi ci arrivi con la testa. Freddo, sempre più freddo, ma alla fine la strada è meno ripida ed eccolo qui, di fronte alla ruota della mia Bianchi: il Gavia.
Ci ho messo 45 minuti in più di Fulvio Porta, quello tra noi amici che va più forte di tutti in montagna, e una ventina in più di Ivan Bosisio, fisico da passista ma forte sulla sua Colnago nuova. Personalmente sono contento di esserci arrivato.
Arrivano le notizie dei corridori del Giro, stanno iniziando la salita. Li aspettiamo poco sotto il passo, dove anche le ammiraglie attendono per i rifornimenti. Il tempo non passa più, freddo, vento, pioggia ma alla fine eccoli che arrivano, anche loro - campioni - con la faccia provata dalla fatica. E hanno ancora il Mortirolo e l'Aprica da davanti...
Perez Cuapio passa per primo, poi il gruppo maglia rosa, staccato il Camione del Mondo Bettini, ancora più indietro il Campione d'Italia Visconti, che addirittura si ferma vicino all'ammiraglia, e scende dalla bici prima di ripartire.
Se la salita è stata una prova contro la fatica, la discesa lo è contro il freddo. Mani e piedi sono di ghiaccio, a volte ho difficoltà a frenare, la strada è bagnata, la visibilità limitata per le nuvole basse, i tornanti sono senza parapetti e quindi bisogna stare attentissimi. Ogni tanto pensi chi te lo ha fatto fare di alzarti alle 5.15 per venire fin quassù, in queste condizioni, ma sai che è un pensiero troppo razionale a cui non dover dare peso. Sai già che è stato bellissimo, così come lo sarà ricordarlo e raccontarlo. Alla fine arrivo giù, c'è il sole. Velocemente torniamo a Edolo e proprio prima del paese ci sdraiamo sul prato, all'interno di un tornante, a vedere di nuovo i campioni che scesi dal Mortirolo vanno verso il traguardo.
Non è ancora finita e già pensi a quale sarà la prossima salita...
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In sella alla mia Bianchi
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2 commenti:
un racconto bellissimo...
ci credi che mi è venuto il fiatone mentre leggevo della salita e ho sentito freddo durante la discesa? :-)
Se ci penso succede anche a me...
Ermanno
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