L'altro giorno ho fatto parte di una delegazione di Eurosport scesa a Maranello per un incontro di lavoro in Ferrari e ho avuto la fortuna, prima dell'incontro stesso, di partecipare al "Ferrari Factory Tour". Il mio collega e capo Fred l'ha definito un pellegrinaggio nella cattedrale dei motorsports.
Pensavo che il momento più incredibile fosse vedere il reparto dove i meccanici del reparto corse (quelli che fanno i pitstop in tv) stavano lavorando sulle macchine di Raikonen e Massa.
Ebbene, forse lo è stato ancor di più entrare nell'hangar dove sono parcheggiate una cinquantina di F1 di varie stagioni passate, pronte per la vendita: le macchine di Alesi, Prost, Schumacher,...incredibile.
Oppure il reparto "Classiche", dove aggiustano e manutengono le Ferrari da strada dei clienti privati, con interventi anche di un anno per far ritornare la macchina esattamente come nella versione originale (fantastica l'idea di affidare le macchine d'epoca a meccanici d'epoca, che quelle macchine avevano costruito e dunque ne conoscono tutti i segreti).
E poi anenddoti, particolarità, attenzione, passione (eccessivo chiamarlo amore?) per le macchine, curate nei minimi dettagli, compreso la tonalità del rosso Ferrari delle macchine di F1, cambiata (tra le altre cose) per diminuire di alcuni grammi il peso della macchina. Un posto da sogno, che da lavoro a 2.800 persone, nel cuore dell'Italia. Per una volta ho visto i miei colleghi parigini estasiati.
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(segnalo a Maranello, a pochi passi dall'ingresso della Fabbrica, la Galleria Ferrari, museo ufficiale aperto al pubblico della storia Ferrari)
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