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Ci sono giorni in cui lavorare a Eurosport è particolarmente bello. Non che non lo sia in generale, anzi. Oggi, però, è stato un giorno più. C'era qui da noi a Milano Deborah Compagnoni per una giornata da "Guest editor" e ho avuto il piacere di essere tra quelli che hanno pranzato con lei. Sentendola parlare, raccontare aneddoti della sua carriera, fare considerazioni sullo sport e sulla vita ho avuto la conferma che uno non diventa un grande campione per caso. Certo, ci sono le eccezioni dove il talento è così grande che va oltre a tutto. Ma per la maggior parte dei casi - e soprattutto al di fuori del calcio - uno diventa un grande campione perchè è prima tutto una grande persona. E Deborah mi è sembrata una così.
ps. A pranzo, al tavolo dietro a noi, Marco Tardelli. E siccome uno non segna per caso un gol in una finale mondiale diventando un'icona di una generazione soprattutto per l'esultanza, Marco si è alzato per venire a salutare Deborah dicendole "vengo a salutarti visto che sei più famosa di me". Un signore.
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1 commento:
che invidia.ciao
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