lunedì 9 giugno 2014

SI RIPARTE SEMPRE


(Articolo inedito per Voca Amica Giugno 2014)

Complice il pranzo comunitario per la Festa patronale della Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, ero presente con altre 150 persone Domenica 4 Maggio ad accogliere all’Oratorio Paolo VI la squadra dell’ASO Cernusco di ritorno da Roma dopo aver partecipato alle finali nazionali della Junior Tim Cup 2013/14.
Era questa la seconda edizione del torneo di calcio a 7 promosso da CSI, Lega Serie A e TIM riservato a giovani under 14 che vedeva protagonisti gli oratori delle 15 città le cui squadre militano nella Serie A: 713 oratori, 10.000 ragazzi coinvolti, oltre 4 mila partite disputate. Una manifestazione prestigiosa, con tanto di finalissime da disputare allo Stadio Olimpico, proprio qualche ora prima della finale di Coppa Italia.

L’umore dei ragazzi e degli accompagnatori era un misto di gioia e di rammarico, di orgoglio e di rimpianto perché il sogno della vittoria si era fermato a pochi passi dalla finalissima, eliminati dai futuri campioni dell’oratorio San Giovanni Battista di Cassacco (Udine) ma con la consapevolezza di aver partecipato a un’esperienza davvero unica. Nel bar dell’oratorio Paolo VI, insieme a grandi applausi alla squadra, c’è stata l’occasione per fare qualche domanda a Vincenzo, l’educatore-allenatore che ha guidato i ragazzi insieme a Costabile, un genitore appassionato di calcio che una trentina di anni fa era stato il portiere degli Esordienti del GSO Paolo VI campione provinciale CSI.

La gioia di aver vissuto quattro giorni insieme ai ragazzi è impagabile” ha raccontato al microfono Mister Vincenzo. “Vivere la quotidianità con loro è stato bellissimo: svegliarli al mattino, pranzare insieme, preparare le partite: solo noi e loro. Fantastico! Rimane il sogno di giocare all’Olimpico: ma chi lo dice che non ci sarà un’altra possibilità? Lo dico per davvero. E poi chi dice che non abbiamo vinto? Siamo partiti con 12 ragazzi, in rappresentanza di due gruppi dell’ ASO…siamo tornati da squadra! Adesso siete d’accordo con me quando dico che i campioni siamo noi?”.

I ragazzi dell’ASO, insieme a tutte le squadre finaliste, erano in tribuna all’Olimpico la sera della Finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: è stata la sera di “Jenny a’ carogna”, dei disordini prima della partita e dell’inno nazionale fischiato. “Qualche ragazzo era inevitabilmente scosso” ha spiegato Vincenzo. “Non è stato un bel momento, si respirava molta tensione. Dopo la partita io e Costabile abbiamo avuto modo di riflettere con i ragazzi sull’accaduto e quando c’è confronto c’è sempre crescita. Abbiamo provato a stimolarli e hanno recepito il messaggio: quello non era sport. Il bello del calcio eravamo noi: tanti ragazzi, tanti sogni, tanto entusiasmo. E’ questa la ricetta giusta per cancellare quelle immagini”.

Agli allenatori come Vincenzo e Costabile, come ai tanti volontari di tutte le associazioni che fanno vivere il calcio e lo sport di base, è affidato il compito di continuare a educare attraverso lo sport, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, nonostante lo “sport dei grandi” renda spesso le cose decisamente più difficili. “Si riparte sempre dalla voglia di fare sport e dal rispetto delle regole” ha concluso Vincenzo. “E’ davvero bello quando lo sport è per tutti: a Roma l’ASO è stato premiato dal CSI nazionale per aver sostenuto il Progetto Haiti, che ci vede impegnati a costruire un campo da calcio i ragazzi e i giovani di quella terra. Inoltre, in occasione della festa di fine anno sportivo, proprio i ragazzi del 2000 giocheranno una partita di calcio integrato: una squadra mix di atleti ASO e atleti con disabilià. Il calcio non è per pochi ma deve essere e sarà sempre per tutti! Forza ASO!”.

Come ha detto di recente il Mister della Nazionale Italiana Cesare Prandelli, “la pratica sportiva è davvero un microcosmo della vita fatto di sacrifici, applicazione nel lavoro, rispetto delle regole, successi e delusioni. Ma è soprattutto un modo sano di intendere la vita, a prescindere dai risultati che ciascuno può ottenere”. E’ il sogno di uno sport vero, leale e di tutti.

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